
19 Nov Come si aderisce ad un fondo pensione?
Dopo aver valutato perché dobbiamo avere una forma di previdenza complementare a quella pubblica oggi capiamo come si possono ottenere i benefici della previdenza privata.
Ci sono essenzialmente due modalità per accedere alla previdenza complementare e sono tramite versamenti liberi, senza la condivisione dell’onere con il datore di lavoro, o attraverso con il datore di lavoro.
In quest’ultimo caso, oltre ai versamenti liberi, confluiscono nel fondo anche i contributi del datore di lavoro e il TFR.
Nel caso di adesione individuale ognuno può decidere se, quando e quanto versare, mentre nel caso di adesione con il datore di lavoro verranno pattuite, tramite gli accordi aziendali, le percentuali di versamento obbligatorio di ognuno.
Ma dell’adesione tramite datore di lavoro parleremo successivamente.
I QUATTRO VANTAGGI FISCALI DELLA PREVIDENZA.
Visto che il sistema pensionistico pubblico non è più in grado di mantenere il nostro tenore di vita in pensione, i vari governi che si sono succeduti hanno cercato di spingere lavoratori verso le forme pensionistiche private attraverso numerosi incentivi fiscali.
Così come ci restituiscono i soldi in busta paga o nella dichiarazione dei redditi quando ristrutturiamo casa, lo stesso sistema viene utilizzato per restituire una parte consistente dei versamenti fatti al fondo pensione. I contributi personali versati infatti sono interamente deducibili dal reddito annuo complessivo fino ad un massimo di € 5.164,57 l’anno.
Facciamo un paio di esempi: se Luigi avesse un reddito di €30.000 lordi annui e versasse €900 euro al fondo pensione, l’anno successivo gli verrebbero restituiti ben €900, se invece avesse un reddito di € 60.000 lordi e ne versasse € 1.800 ne recupererebbe €1.800.
Ricordate anche che quanto il datore versa al fondo in qualità di TFR non deve essere conteggiato nel limite massimo dei € 5.164,57.
C’è però una categoria di lavoratori particolare per la quale questo limite può essere alzato fino a € 7.746,86 annui.
Tutti i giovani che hanno iniziato a lavorare dopo il 2007 infatti, dopo 5 anni di iscrizione al fondo, se non avessero utilizzato tutto l’importo di deducibilità a loro disposizione ( € 5.164,57), hanno 20 anni di tempo per beneficiare della soglia più alta, aumentando i versamenti e quindi aumentando i benefici fiscali.
FONDO PENSIONE VS INVESTIMENTI ULTERIORI SCONTI FISCALI
Sì, perché se guardiamo al Fondo pensione come anche ad un investimento, i rendimenti generati sui versamenti possono contare su un trattamento di favore!
Per qualsiasi altro investimento infatti (ad esclusione dei titoli di stato europei) tutte le rendite finanziarie vengono tassate al 26%, quelle invece generate dal Fondo sono tassate solo al 20%, oltre al fatto che i fondi pensione compensano minusvalenze e plusvalenze.
Alla fine del percorso previdenziale quindi i benefici si moltiplicano.
Ma una volta andati in pensione, come vengono tassate le rendite? Prima sottoscriviamo il fondo e meno tasse pagheremo, infatti il legislatore ha studiato una formula che premia che si iscrive alla previdenza complementare prima.
La tassazione ordinaria delle rendite è del 15%, ma dopo quindici anni dalla data di adesione si matura un bonus fiscale dello 0,3% all’anno che può abbattere la tassazione fino ad un massimo del 9%.
Al momento non ci sono altri strumenti finanziari che danno gli stessi benefici, e è veramente un peccato non approfittarne!