Assicurarsi? Per gli italiani soldi buttati.

Oggi entro in un ambito che non è prettamente il mio, ma diciamo che ne è attinente. Parliamo di assicurazioni.

Quando incontro un cliente la prima volta faccio sempre una domanda: “per quali esigenze risparmia?” e immancabilmente quasi tutti rispondono:”per le emergenze!”.

Allora, siccome ho una vena di sadismo, inizio a fare domande più precise per cercare di capire quali dovrebbero essere queste emergenze: se avessi bisogno della badante; se dovessi distruggere la macchina; se a causa di un infortunio non potessi lavorare; se la prossima tempesta mi porta via il tetto di casa…

Tutti eventi facilmente affrontabili con qualche buona assicurazione.

Purtroppo infatti, noi mediterranei non abbiamo assolutamente la cultura dell’assicurazione, perché il costo delle assicurazioni per noi sono soldi buttati via!

Personalmente invece, ogni volta che incontro una nuova persona da seguire, mi auguro che abbia un buon assicuratore.

 

ASSICURARSI? MEGLIO IL GRATTA E VINCI.

Un articolo apparso qualche settimana fa su “il Giornale” mi ha particolarmente colpito. Raccontava che la spesa media di ogni italiano per i giochi d’azzardo ammonta a €1.700 all’anno, pari all’8% del reddito medio disponibile.

Quindi mediamente una famiglia di 3 persone spende € 5.100 all’anno in biglietti della fortuna.

Se consideriamo che un padre di famiglia di 40 anni con € 300 di premio all’anno assicurerebbe un capitale di € 200.000 alla sua famiglia in caso di morte prematura, questi numeri fanno veramente impressione!

Preferiamo consegnarci alla dea bendata che proteggere i nostri affetti da eventi che sarebbero veramente sconvolgenti, perché metterebbero in grossa difficoltà la tenuta economica dei superstiti.

Se guardiamo alla statistica però, è molto più probabile che un grave infortunio o una malattia invalidante colpisca una persona durante la sua vita lavorativa, piuttosto che una vincita al superenalotto.

E gli effetti di questi sfortunati eventi non solo colpiscono la famiglia, ma l’intera collettività, che deve farsi carico di previdenza, assistenza, cure mediche e quant’altro.

 

DI QUANTO STIAMO PARLANDO E SUGGERIMENTI.

Un recente studio della ElipsLife e Prometeia, dimostra come nel nostro paese il livello di sottoassicurazione è molto importante, e oltre il 97% della popolazione attiva, cioè coloro che lavorano, quindi coloro che portano a casa un reddito necessario al mantenimento della famiglia,  non è coperta in caso di morte o di invalidità permanente. Si tratta di circa 23 milioni di persone.

Di contro dal 1990 ad oggi, gli italiani hanno decuplicato la loro spesa per i giochi d’azzardo, passando da 10 a 102 miliardi all’anno ( ricordo sempre che, pochi anni fa, abbiamo fatto una mezza rivoluzione contro l’IMU sulla prima casa che vale complessivamente 4 miliardi).

In America, i miei colleghi consulenti finanziari, prima di qualsiasi valutazione di un piano di risparmio, valutano se il cliente ha le adeguate coperture assicurative, perché solo le polizze possono veramente far fronte alle “emergenze della vita” sia quelle nefaste, come la morte o l’invalidità di una persona, sia quelle ordinarie, come un temporale violento, piuttosto che un figlio discolo.

L’abitudine ad assicurarsi quindi non fa proprio parte del nostro comune modo di pensare, ma neanche chi ci governa è particolarmente sensibile a questo tema. Per sviluppare il mercato delle coperture assicurative, necessario ormai visto anche il futuro dell’welfare italiano ed europeo, mi auguro in un prossimo futuro, che si pensi all’incentivazione di tali strumenti attraverso adeguate decontribuzioni fiscali. Le ridotte detraibilità odierne sono assolutamente insufficienti.