Inflazione: un roditore dentro al conto corrente.

Oggi parliamo di uno degli aspetti dell’economia che maggiormente incide sulla vita di tutti i giorni e del quale però non siamo abituati ad occuparci, perché è un fattore invisibile, difficile da percepire nell’immediato.

Guardando il nostro conto corrente, la maggior parte di noi, si tranquillizza quando vede che il saldo è sempre lo stesso, ci diciamo – ”Bene! Sono ancora là!”. Ma la verità è che un piccolo roditore, tutti i giorni, inesorabilmente si è mangiato un pezzettino del valore di quei soldi.

Quello che ci interessa è mantenere il nostro tenore di vita giusto? Bene, allora non possiamo credere che con i €10 di oggi, fra due tre anni riusciremo a comprare ancora la stessa quantità di caffè che compro oggi.

E questo cosa significa, che diventiamo tutti ogni anno sempre più poveri, perché, con la stessa quantità di denaro non riuscirò un domani a comprare le stesse cose di oggi.

INFLAZIONE E PAURA.

Ad oggi l’inflazione registrata è all’ 1,67%, vuol dire che € 1000 in conto oggi, varranno € 983,3 fra un anno, ma tranquilli, quando leggerete il saldo troverete ancora la scritta € 1000, bell’affare!

Se consideriamo che gli italiani attualmente tengono fermi in conto più di 1,5 miliardi di euro, possiamo dire che stanno accettando che il valore del proprio denaro diminuisca complessivamente di 25 miliardi all’anno (una finanziaria tosta arriva a 15 miliardi; l’IMU prima casa ne valeva solo 4) corrispondenti a 64 milioni di euro al giorno.

Perché siamo tranquilli a perdere 25 miliardi di potere di acquisto all’anno? Per colpa della paura, o meglio per colpa del basso grado di educazione finanziaria che ci tiene costantemente in uno stato di paura e di incertezza rispetto alla possibilità di investire la liquidità in eccesso.

La finanza comportamentale che ormai è dottrina consolidata in qualsiasi facoltà di economia ci insegna che, quando trattiamo il nostro denaro, non siamo razionali, non ci rendiamo conto di quei 25 miliardi di perdita, e abbiamo invece paura della volatilità del mercato, che se gestita con razionalità non ha mai fatto danno. Ma sarà argomento di un prossimo articolo. Intanto se volete capire quanto potere di acquisto avete perso negli ultimi 10 anni togliete al saldo medio circa un 20%.

MA L’INFLAZIONE È UNA COSA BELLA O UNA COSA BRUTTA?

L’inflazione di per sé, è una cosa bella perché è collegata alla crescita economica: quando le imprese e i consumatori incrementano le loro spese, i prezzi aumentano perché c’è più domanda. Quando invece la crescita economica inizia a rallentare, la domanda di beni e servizi diminuisce e i produttori per riuscire a vendere i propri prodotti e servizi devono diminuire i prezzi.

Esiste però un livello sano di inflazione, che non dovrebbe superare il 2% – 3%. Questo perché se i prezzi corrono troppo le persone potrebbero vedere i prezzi della spesa aumentare di settimana in settimana, senza avere la stessa elasticità di aumento dei propri redditi e questo potrebbe scatenare paura e quindi un repentino blocco degli acquisti, che sfocerebbe in una crisi economica.