
08 Ott Incertezza e passato sono colpevoli!
Nei conti correnti delle banche italiane stazionano da anni ormai più di 1.400 miliardi di euro.
Significa che più di un terzo della ricchezza degli italiani vengono erosi quotidianamente dall’inflazione, rendendoci ogni giorno un popolo meno ricco.
Di chi è la colpa? Mi metto in prima fila, in qualità di consulente finanziario, perché probabilmente anche da parte della mia categoria ci vuole uno sforzo in più per far capire le gravi implicazioni di tale situazione.
Ma perché gli italiani non investono? Per due principali motivi: il primo è la paura; la paura dell’instabilità politica e la paura degli imprevisti sono i sentimenti che vanno per la maggiore; il secondo è il retaggio del passato, che ci fa pensare al nostro futuro garantito dalla pensione pubblica, che invece non ci sarà più fra qualche anno, o comunque sarà irrisoria.
INCERTEZZA, INSTABILITÀ, PAURA DEL FUTURO.
Leggere i giornali ed informarsi è doveroso, ma purtroppo farlo, ci rende emotivamente molto insicuri. Sui giornali si scrivono solo le notizie negative, alla televisione parlano per giornate intere di cronaca nera, di pericoli, di cigni neri che da un momento all’anno possono far cadere il mondo in un baratro negativo.
La realtà però è ed è sempre stata un’altra, il mondo va avanti. Sia dal punto di vista sociale, sia dal punto di vista tecnologico che ovviamente, dal punto di vista economico.
Negli ultimi dieci anni, quante cose negative sono accadute al mondo che, secondo il sentire comune hanno bloccato lo sviluppo economico? Ne ricordo solo alcuni; la crisi dello Spread nel 2011, la Brexit, il petrolio a meno di 20 euro nel 2015, la crisi cinese sempre nel 2015, le elezioni di Trump e le sue continue bordate sui dazi.
Bene, mentre stavamo aspettando che il mondo crollasse, tenendo la nostra liquidità in conto, dal 2009 ad oggi le borse mondiali hanno registrato un +340%. È vero che dieci anni sono tanti, ma Warren Buffet ci insegna che i mercati finanziari, sono il luogo dove si trasferisce la ricchezza dagli impazienti ai pazienti!
Veniamo inoltre da decenni in cui una persona non si sentiva responsabilizzata a risparmiare, perché, una volta in pensione, lo stato avrebbe pensato a mantenergli il tenore di vita.
Nel 2050 ci sarà un lavoratore ogni pensionato, pensiamo che potremmo contare ancora su una pensione pubblica? Inoltre dal 2011, il sistema pensionistico è completamente cambiato. Prima la pensione veniva calcolata in base all’importo dei redditi degli ultimi anni di lavoro, adesso invece dipende dai contributi versati. I giovani che entrano nel mondo del lavoro a 30 anni spesso con contratti precari, le donne che non rientrano al lavoro dopo aver avuto figli e che hanno un part time a vita, che cosa si possono aspettare?
Abbiamo quindi bisogno molto più di 10 anni fa di affidarci ai mercati, perché dovranno lavorare per dare il miglior risultato possibile ai nostri risparmi. Non basterà più accantonare, bisogna investire per aumentare il proprio capitale. E chi partecipa ai miei salotti conosce bene la differenza tra investire e speculare o scommettere.
Buoni mercati a tutti!