
19 Mar Perché gli economisti sono in disaccordo tra loro.
Durante i miei Aperitivi Finanziari, molti di voi mi chiedono perché sui giornali si leggono spesso interpretazioni diverse su argomenti economici importanti quali le decisioni fiscali del governo di turno, l’approccio all’euro, e altri ancora.
Capisco i vostri dubbi perché partite dal giusto presupposto che l’economia, essendo basata su leggi, dovrebbe dare risposte univoche. Ronald Reagan un giorno disse: “il Trivial Pursuit degli economisti avrebbe cento domande, ma tremila risposte.”
Spesso gli economisti sono stati oggetto di pesanti critiche proprio perché a volte, danno consigli che tra lo loro sono contraddittori. È come se due medici avessero idee diverse, non solo della terapia da affrontare, ma addirittura della malattia da guarire. È chiaro che fareste fatica a fidarvi, ma dovete comprendere che,per gli economisti, un certo grado di incertezza è assolutamente inevitabile per due motivi:
Possono essere in disaccordo sulle teorie che spiegano il sistema economico e possono avere “valori” differenti e quindi avere posizioni diverse su ciò che è meglio fare.
Vi assicuro che questa non è una difesa d’ufficio nei confronti della mia disciplina preferita e adesso approfondiremo proprio questi due aspetti di differenziazione.
DIFFERENZE NELL’INTERPRETAZIONE SCIENTIFICA.
Ebbene sì, gli economisti sono dei veri e propri scienziati, anche se spesso non sono considerati tali, ma questo dipende soprattutto dal fatto che l’economia è una scienza molto giovane, infatti ha solo circa 30 anni. Del resto alcuni secoli fa si discuteva ancora sul fatto che fosse la Terra a girare intorno al Sole o viceversa. Ancora oggi i climatologi cercano di capire perché e se è vero che stiamo attraversando un periodo di riscaldamento globale. Come tutte le scienze anche l’economia cerca di spiegare il mondo che ci circonda e quindi è normale che, con il progredire della ricerca, gli scienziati dissentano tra loro.
Per esempio gli economisti non sono ancora arrivati a decidere se sia meglio tassare il reddito o i consumi delle persone. Ma è possibile non avere una risposta a questa fondamentale domanda? Chi sostiene che sia meglio tassare i consumi è convinto che ciò spingerebbe le persone a risparmiare molto di più perché il reddito risparmiato sarebbe esente da imposte e un maggior risparmio porterebbe ad un maggior benessere. Chi sostiene che sia più opportuno tassare i redditi è convinto che comunque, il livello di risparmio non cambierebbe e che questo non dipenda dal modello fiscale adottato.
Le due opinioni sono talmente diverse che non è semplice trovare un punto comune e quindi nel momento in cui si decide che una delle due teorie sia vera, automaticamente la seconda viene rifiutata. Il problema è che governi e opinione pubblica si aspettano soluzioni certe, mentre l’economia è in grado di dare indicazioni basate sulle loro convinzioni.
DIFFERENZE SUI VALORI.
In un libro che ho letto recentemente ho trovato questo passaggio che può aiutarci a capire la differenza dei valori in economia: Massimo e Sandra utilizzano l’acqua dell’acquedotto comunale. Massimo ha un reddito di € 50.000 e paga € 5.000 di tassa comunale (il 10%). Sandra ha un reddito di € 10.000 e ne paga €2000 (il 20%).
È giusto ciò che accade? SE non lo è, chi paga troppo e chi troppo poco? Il fatto che Sandra abbia un reddito basso perché abbia una disabilità o piuttosto perché stia ancora aspettando di diventare una cantante di successo è rilevante? Che il maggior reddito di Massimo derivi dal lavoro o da speculazioni finanziare cambia il vostro parere?
È chiaro che ognuno di voi, che sta leggendo questo articolo, avrà delle idee diverse, vi troverete in disaccordo, perché nel dare risposta a queste domande entrano in gioco i vostri valori soggettivi.
Questo è solo un esempio ma spero vi aiuti a comprendere le complessità di certe scelte economiche, che prima di avere un aspetto tecnico diverso hanno soprattutto un assetto valoriale molto importante. Le scelte di Economia Politica si basano certo su teorie tecniche precise, ma l’aspetto valoriale non manca mai e complica gli scenari, producendo conflitti.