Il gestore questo sconosciuto.

La scorsa settimana ci siamo detti che gli attori del processo di gestione del risparmio sono: il risparmiatore, il consulente finanziario e il gestore.

Questa settimana approfondiamo il ruolo di quest’ultimo soggetto, molto importante per il buon esito di un investimento.

Prima cosa da chiarire è che il gestore non è propriamente una persona, quanto piuttosto una società.

La denominazione sociale delle società che si occupano di gestione del risparmio è SGR (società di gestione del risparmio). Il loro compito è quello di scegliere i titoli più opportuni sui quali investire il denaro dei risparmiatori.

Per compiere questa scelta molto importante si avvalgono del lavoro di numerosi professionisti.Dietro una singola sicav (per semplicità, contenitori di titoli diversificati) lavorano a volte più di 100 persone.

C’è chi fa analisi tecnica ( quelli che nell’immaginario collettivo stanno davanti a 10 monitor nello stesso momento), c’è chi analizza i bilanci delle aziende interessanti, ma anche quelli delle aziende concorrenti.

C’è chi va a conoscere i manager delle aziende per capire se hanno le giuste competenze per farle crescere nel tempo, c’è chi verifica se ci sono problemi sindacali o ambientali, ci sono esperti di macroeconomia che cercano di sviluppare scenari futuri, c’è chi verifica la presenza di eventuali brevetti e quant’altro.

Il lavoro di tutte queste persone poi, viene messo insieme da un comitato di investimento,composto da poche persone che danno indicazioni al capo gestore che è l’uomo che prende la decisione finale sull’opportunità o meno di acquistare obbligazioni o azioni di una data azienda.

 

COSA CERCA IL GESTORE?

Il processo è quindi molto complesso e potete intuire come, la maggior parte dei titoli presenti in ogni contenitore, non viene scelta perché si pensa che nei successivi tre mesi possa avere risultati strabilianti, quanto piuttosto, vengono scelte aziende che promettono rendimenti costanti e continuativi in archi di tempo più lunghi.

In genere ci sono due tipi di gestori: i gestori attivi, che cercano di ottenere un risultato migliore rispetto a quello del proprio mercato di riferimento, e con rischi più bassi, e i gestori passivi, che invece cercano di replicare rendimenti e rischi di un determinato mercato.

L’uno non è meglio dell’altro in senso assoluto, ci sono delle fasi di mercato dove servono i primi e delle fasi dove vanno benissimo i secondi. Il portafoglio del risparmiatore deve averne un giusto mix sempre al fine di migliorare la propria diversificazione.

Ci sono delle sicav che investono, non solo in azioni e/o obbligazioni, ma anche in strumenti derivati, in valute e in tanti altri asset.

Ci sono gestori che nel corso degli anni hanno dimostrato di avere maggiori competenze in alcuni mercati, per fare un esempio PIMCO è il gestore obbligazionario per eccellenza al mondo, quindi la capacità del consulente finanziario, non sta nello scegliere chi mi darà più rendimento nell’arco di quell’anno, ma chi è il più bravo e continuo in quel determinato mercato, a costi ragionevoli.

 

COME VIENE VALUTATO?

Come si fa a capire se un gestore sa fare bene il proprio mestiere? SI confronta con i risultati del mercato di riferimento (BENCHMARK) e con i risultati dei principali competitor.

Il confronto non avviene solo in termini di rendimento, ma anche in termini di rischio: è infatti maggiormente apprezzato il gestore che consegue un rendimento quanto più vicino al benchmark, rischiando meno e quindi subendo meno la volatilità dei mercati.

Ma facciamo un passo indietro, che cos’è il Benchmark?

Il benchmark è un parametro di riferimento che viene utilizzato per confrontare le performance di un fondo rispetto al suo mercato di riferimento. Per esempio, se un fondo investe sulla borsa italiana il benchmark di riferimento da battere sarà il FTSEMIB.

Ci sono alcune società indipendenti come Morningstar che valutano i fondi di investimento dando una voto in stelle. I fondi che ottengono 4 o  5 stelle vuol dire che hanno un’ottima combinazione tra rendimento, rischio e costi. Il sistema di Morningstar è un valido strumento, di semplice utilizzo, per chi non è del mestiere.

Quindi riassumiamo attori e ruoli del processo di gestione del risparmio:

1) Il risparmiatore: definire i propri obiettivi, e farsi guidare da una persona competente e professionale;

2) Il consulente finanziariocapire le esigenze del cliente, diversificare il portafoglio, evitare rischi inutili e inaspettati, gestire le emozioni del cliente; scegliere i gestori migliori;

3) Il gestore: scegliere la giusta composizione di titoli per ottenere la migliore combinazione possibile tra rendimento, rischio e costi.