
13 Nov Le due strade dell’investitore.
Un risparmiatore, se vuole vedere accrescere il proprio patrimonio ha due strade da poter scegliere: la strada della crescita degli utili e la strada della crescita dei debiti.
Mi spiego con una semplificazione che però è corretta: l’economia cresce quando aumenta il numero delle transazioni, cioè dei consumi. Per concludere più transazioni c’è bisogno di più denaro, fin qui tutto chiaro vero?
Bene, ma come faccio ad avere più denaro? Semplice, produco più utili così posso investire di più e posso aumentare i salari. Ma se non ci riesco? Risposta altrettanto semplice: mi faccio prestare i soldi da qualcuno.
Quindi il denaro deriva, o dalle aziende che producono utili, o dalle aziende che fanno crediti.
Ecco quindi le due strade di crescita dell’economia.
LA SECONDA STRADA, QUELLA DEI CREDITI.
Iniziamo dalla seconda strada, quella della crescita dell’economia che si ottiene facendo credito.
Chiaro è che se aumentano i crediti aumentano anche i debiti, quindi questa strada è una strada che funziona solo per periodi di tempo relativamente brevi, altrimenti si rischia di avere troppi debiti in giro che non possono essere restituiti.
I soggetti di questa strada della crescita sono la BCE e le banche, in qualità di finanziatori e le stesse banche e gli Stati e alcune aziende, in qualità di bisognosi di finanziamenti.
Gli strumenti finanziari di questa strada sono le obbligazioni bancarie, le obbligazioni corporate, e i Titoli di Stato. Se il risparmiatore sceglie questa strada deve stare molto attento al rating di chi, a tutti gli effetti, gli sta chiedendo un prestito. Infatti il principale rischio finanziario che si può incontrare percorrendo questa strada è che l’emittente l’obbligazione non restituisca i soldi scadenza. Su questa strada sono inciampati i Bond Cirio, Parmalat, Argentina, e alcune banche come Popolare di Vicenza, Banca Etruriae Veneto Banca, tra le più “famose”. Qui il pericolo è perdere definitivamente i propri risparmi, quindi all’occhio!
Regola primaria solo rating molto buoni e diversificare, non prestare il mio denaro a pochi, ma scegliere strumenti che mi permettano di prestare poco a tanti emittenti per ridurre il pericolo di rimanere con il cerino in mano.
LA PRIMA STRADA, QUELLA DEGLI UTILI.
La seconda strada di crescita dell’economia è quella delle aziende che producono utili. Sono le aziende che vengono quotidianamente valutate dai mercati, che ogni giorno fissano un giusto prezzo alle loro azioni.
I mercati quotati infatti sono luoghi dove chi ha denaro investe in aziende che producono utili, permettendogli di crescere, di fare investimenti e quant’altro. Ai mercati non interessa chi governa, interessa che chi lo fa, lo faccia compiendo scelte che aiutino le aziende a produrre utili e quindi a far crescere l’economia.Nei mercati, se un’azienda non se lo merita, non viene quotata.
I soggetti di questa strada sono quindi le aziende quotate. Gli strumenti finanziari di questa strada sono prevalentemente, le azioni.
Perché si dice che questo mercato è un mercato libero? Perché tutti i giorni, io risparmiatore posso scegliere se, a quel determinato prezzo, voglio comprare o vendere quella determinata azione.
Se il risparmiatore sceglie questa strada deve stare attento alla diversificazione. Succede infatti, che alcune singole aziende, o settori interi, passino dei periodi di difficoltà, di mancanza di crescita. E’ però estremamente difficile che tutte le aziende di tutti i settori di tutto il mondo vadano in difficoltà nello stesso periodo. Quindi diversificando adeguatamente il mio investimento, in tante aziende, in tanti settori, in tante parti del mondo, evito di avere perdite di capitale. Certo potrò avere oscillazioni periodiche negative, anche importanti, ma che grazie alla diversificazione verranno compensate e superate con il passare del tempo. Qui fondamentale è comportarsi bene, non pensare di essere dei geni della finanza perché un’operazione va particolarmente bene e non prendere paura quando tutto il mondo sembra andare a rotoli. È il caso di chi il 15 settembre 2008 aveva i propri denari investiti in borsa: nell’arco di qualche giorno ha visto i propri risparmi decurtati del 50%, ma, chi ha mantenuto l’orizzonte temporale, dopo 10 anni può contare su un guadagno del 280%.