Un occhio in giro per il mondo.

Oggi e la prossima settimana ho pensato di raccontarvi cosa sta succedendo in giro per il mondo, per allargare un po’ i nostri orizzonti di investimento.

Non posso non partire dall’argomento cool del momento: la guerra commerciale tra America e Cina

Uno dei cigni neri, che può incidere sull’andamento dei mercati internazionali, è la guerra commerciale dei dazi intrapresa da Trump nei confronti della Cina.

Pare però, che dopo quasi due anni di botta e risposta, le due grandi potenze mondiali abbiano raggiunto un primo accordo per niente scontato  e non facilmente realizzabile.

Questo accordo, chiamato Trade Deal, non mette fine a questo conflitto commerciale, ma ha l’importante compito di bloccarne un’ulteriore escalation, è una specie di tregua, in attesa che i rapporti tra i due paesi vengano ulteriormente regolamentati.

L’accordo è composto di 7 capitoli che comprendono tutte le misure che la Cina dovrà adottare per evitare che Trump riprenda la sua offensiva.

Nello specifico vengono fatte richieste molto specifiche alla Cina, come per esempio, l’importante attività giuridica per l’implementazione della legislazione sulla proprietà intellettuale, dei brevetti, dei marchi e delle indicazioni geografiche. Sarà quindi più difficile per i cinesi “Taroccare”.

Nell’accordo non si poteva tralasciare la parte relativa al settore alimentare e ai controlli in materia di sicurezza alimentare, vedasi le notizie degli ultimi giorni su tonnellate di carne suina infetta trovata a Padova.

Nel quarto capitolo si chiede alla Cina di permettere ad operatori esteri di lavorare nel settore finanziario e assicurativo. È di pochi giorni fa la notizia che Allianz è la prima compagnia assicuratrice estera al quale è stato permesso di operare in Cina, ricordiamoci infatti che stiamo parlando di un paese in cui il Regime è al centro di ogni decisione.

Una parte molto importante per noi investitori riguarda gli accordi relativi al fatto che le due parti si impegnano ad evitare di svalutare le proprie valute o a manipolare i tassi di cambio. La notizia più diffusa dai giornali è quella relativa all’obbligo cinese di acquistare 200 miliardi di dollari di merci americane in più rispetto al 2017.

 

CONSEGUENZE PER CINA E AMERICA.

I dati economici americani hanno mostrato negli ultimi mesi segnali di rallentamento, e per l’ America 200 miliardi di dollari di merci vendute in più significano un aumento delle esportazioni del 78%, questo dunque, spingerà il PIL americano.

L’ America fa la voce grossa con questo accordo anche perché si è riservata la possibilità di riprendere in mano i dazi qualora la Cina non faccia tutto quello che ha promesso, ed è proprio per questo che gli analisti sono abbastanza scettici sull’effettiva riuscita.

La Cina appare sconfitta in questo momento, e ha fatto capire chiaramente che ne avrebbe fatto volentieri a meno. Anche in Cina l’economia sta battendo la fiacca e sicuramente non si può permettere di rinunciare al mercato americano.
Allo  stesso tempo sono riusciti a non affrontare temi per loro molto importanti come la loro politica dei sussidi, le forme di tutela del mercato, tutti strumenti per aiutare le aziende cinesi ad avere vantaggi competitivi rispetto ai competitors stranieri.

E L’EUROPA? QUALI CONSEGUENZE PER IL NOSTRO MERCATO?

Visto che un terzo del commercio europeo si rivolge al mercato americano e a quello cinese, tale accordo avrà delle conseguenze per il nostro mercato interno.

Nell’ultimo anno l’Europa si è sostituita alle importazioni reciproche tra i due paesi, per esempio gli americani hanno importato quasi 3 miliardi di dollari di merce dall’Europa in più anziché andare a prenderle in Cina, quindi questo accordo potrebbe incidere negativamente sulla nostra economia.

Anche l’impegno cinese ad acquistare 200 miliardi di prodotti in più dall’America sicuramente si rifletterà sulle aziende europee che potrebbero essere sostituite come partner da quelle americane.

Si pensa che i settori che potrebbero risentire di più saranno quello alimentare e quello dei beni industriali.

Ma potrebbero esserci anche risvolti positivi per noi europei dall’implementazione della normativa sulla proprietà intellettuale e sui marchi, e comunque meno tensioni sul mercato dei cambi aiuterà lo svilupparsi di maggiori scambi commerciali.

Speriamo solo che Trump si dimentichi della minaccia che ha fatto qualche mese fa al nostro continente, prospettando dazi del 25% sulle auto europee! Intanto ci avviciniamo alle elezioni americane e non a caso l’accordo con la Cina è stato sottoscritto lo stesso giorno dell’avvio della procedura di impeachment! Che furbone!

 

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