Quota 100: a chi è destinata?

È stato approvato il decreto legge che da il via al pensionamento dei nati prima del 1959 che entro il 2021 avranno i requisiti necessari. La legge è stata fatta per far uscire dal mondo del lavoro chi non riesce ad aspettare la pensione di anzianità che attualmente si matura a 67 anni.

C’è un requisito anagrafico, che è quello di aver compiuto almeno 62 anni, ed un requisito contributivo che richiede di avere almeno 38 anni di contributi.

Per poter accedere alla pensione quota 100 bisogna maturare tali requisiti entro il 31 dicembre 2021.

Questi requisiti sono molto specifici, perché non potrà aderire a quota 100 chi per esempio è più giovane di 62 anni ma ha un numero di anni contributivi maggiori di 38.

E’ comunque una sperimentazione che durerà fino al 31 dicembre 2021 e che dovrebbe coinvolgere 1 milione di pensionati e costare circa 22 miliardi di euro. In realtà la quota reale di persone che potranno aderire si riduce di molto grazie al vincolo di non poter accumulare altri redditi fino ai 67 anni. Chi aderisce a questa opzione pensionistica, infatti, non potrà continuare a lavorare. Saranno ammessi solo lavori occasionali per una retribuzione massima annua di € 5000.

 

QUOTA 100, CONVIENE?

Ovviamente, chi decide di aderire dovrà rinunciare ad una parte, anche consistente dell’assegno pensionistico che invece percepirebbe se restasse nel mondo del lavoro fino ai 67 anni.

Facendo un conto con l’accetta, ma non si sbaglia di tanto, si rinuncerà a circa un 4-5 per cento per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di anzianità.

Questa penalizzazione è dovuta al fatto che si rinuncia a versare contributi per 5 anni e al fatto che il coefficiente di rendita di una persona di 62 anni è decisamente inferiore rispetto ad una persona di 67 anni.

Dovete infatti ricordare che il coefficiente di rendita è legato alla speranza di vita quindi, più sono giovane, per più tempo si presume che percepirò la pensione.

Ogni lavoratore dovrà quindi farsi i conti in tasca e capire se il costo da sostenere per anticipare la pensione è sopportabile.

Ma facciamo qualche esempio:

  1. Lavoratore che percepisce una retribuzione lorda annua di €35.000: a 67 anni percepirebbe € 2008 di pensione lorda, mentre con quota 100 solo € 1.552
  2. Lavoratore che percepisce una retribuzione lorda di € 65.000: a 67 anni percepirebbe € 3.308 di pensione lorda, mentre con quota 100 l’assegno calerebbe a € 2.506.

 

QUOTA 100, QUALI FINESTRE DI ADESIONE? CI SONO ALTERNATIVE?

L’accesso alla pensione per gli aderenti alla quota 100 avverrà secondo regole ben definite che dipendono sia da quando si maturano i diritti, sia dal fatto di essere dipendenti privati o pubblici.

Per riassumere vi lascio la seguente tabella:

  • il 1 aprile 2019 se si maturano i requisiti entro il 31.12.2018 per i lavoratori privati
  • dopo tre mesi se si maturano i requisiti dal 1 gennaio 2019 sempre per i privati
  • dal 1 agosto 2019 per i lavoratori pubblici che maturano i requisiti all’entrata in vigore del decreto
  • dopo sei mesi se si maturano i requisiti a partire dal 1° febbraio 2019 (lavoratori pubblici)
  •  1° settembre in linea con l’inizio dell’anno scolastico (lavoratori Scuola ed Afam)

 

Chi non ritenesse economicamente sostenibile il taglio dell’assegno della quota 100, potrà comunque aderire alla pensione anticipata che si matura, indipendentemente con l’età anagrafica, con 40 anni e 10 mesi di contributi ( per le donne 41 anni e 10 mesi).

È stata anche prorogata l’opzione donna che permette di andare in pensione alle donne nate prima del 1960 ( 1959 per le autonome) che hanno almeno 35 anni di contributo.