Procedura di infrazione, come funziona?

La brutta notizia è che, per la prima volta nella storia dell’UE, potrebbe essere utilizzata una procedura estrema, prevista dall’ordinamento comunitario, in caso di gravi violazioni dei parametri di debito pubblico. La bruttissima notizia è che il Paese oggetto di tale procedura è l’Italia, e di conseguenza quanto succederà nei prossimi giorni e mesi inciderà in modo determinante su molti aspetti della nostra vita, finanziaria e lavorativa.

Proprio tra questa e la prossima settimana, il Consiglio di Economia e Finanza deciderà se avviare la PDE, sigla che rischia di rimanere ben impressa nella vita degli italiani e che significa “Procedura per Disavanzi Eccessivi”.

Questa procedura prevederebbe sanzioni pecuniarie che possono arrivare ad un importo anche di 9 miliardi di euro, se il nostro Paese non sarà in grado di dimostrare di poter rientrare entro i limiti di debito tollerato.

 

PERCHÉ È STATA PREVENTIVATA LA PROCEDURA DI INFRAZIONE.

Tutti i paesi membri dell’Ue devono rispettare alcuni parametri che sono fondamentali per la stabilità economica dell’intera Unione, questi indicatori sono:

  • il deficit di bilancio non può superare il 3%: significa che uno stato non può avere costi maggiori dei ricavi oltre 3 punti percentuali, in parole povere non si può spendere più di ciò che si incassa. Pare che il nostro deficit sia già al 2,5% e che le spese previste per reddito di cittadinanza e flat tax facciano superare il limite massimo consentito.
  • Il debito di un paese non può superare il 60% del Pil: è come quando andate a chiedere un mutuo in banca, se avete debiti più alti rispetto al 60% del vostro reddito, e quindi della vostra capacità di restituire il debito, non vi concedono il finanziamento. Per avere un numero  di riferimento attualmente siamo al 132%, e diciamo che fino al limite del 130% siamo stati tollerati perché su questa fascia di debito siamo in buona compagnia di altri Stati membri.

Cosa potrà succedere quindi? La Ue vorrebbe una manovra finanziaria straordinaria per correggere i conti pubblici nel più breve tempo possibile. Se la procedura verrà avviata, dovremo sottostare a rigide regole di bilancio che ci riporteranno verso una situazione di diminuzione del deficit, pena il pagamento di sanzioni molto onerose. Tutto il processo di rientro potrebbe durare anche due anni.

 

COSA RISCHIANO GLI ITALIANI?

Le ripercussioni di una procedura di infrazione aprono scenari tra i più vari: prima di tutto ci sarebbe un aumento della tassazione, dall’aumento dell’Iva ad uno scenario apocalittico per le ricchezze degli italiani che si chiama patrimoniale.

Ci potrebbero essere ripercussioni su alcune iniziative di spesa come la cancellazione del reddito di cittadinanza e il definitivo addio alla flat tax, fino a poter arrivare a colpire il welfare, quindi le coperture sanitarie, come anche quelle pensionistiche, nel peggiore dei casi.

La procedura inciderebbe ovviamente sulla nostra “reputazione internazionale” e sarebbe difficile convincere gli investitori a comprare Titoli del nostro Debito Pubblico, senza un aumento significativo dello spread, e quindi del costo del debito. Questo innescherebbe problematiche per la tenuta patrimoniale delle nostre banche, prime sottoscrittrici di Titoli di Stato, e si risentirebbe parlare di Bail-in.

Scenario grandioso quindi, ma solo per chi non si è preparato, mettendo al riparo il proprio patrimonio lontano dalle Italiche questioni. E questo scenario, per voi che mi frequentate e leggete da tempo non è sconosciuto e come dice il detto: “uomo avvisato mezzo salvato”.

Comunque anche quest’anno per le vacanze vado in Grecia…