L’India, potenza sconosciuta.

Nelle settimane scorse la Costituzione Indiana ha compiuto 70 anni e da quando il Paese era una semplice colonia britannica ha avuto un’evoluzione veramente straordinaria. Pensate che con i suoi 448 articoli è la costituzione più lunga del mondo.

Nell’immaginario collettivo l’India rimane il paese delle antiche culture e del misticismo, ma i turisti che arrivano nelle città indiane si sorprendono dalla facilità con cui possono utilizzare il cellulare per pagare un pacchetto di caramelle!

Le evoluzioni in campo tecnologico e nei processi di digitalizzazione hanno consentito a questo paese di superare l’arretratezza tipica di queste zone.

Ma quali sono i punti di forza che gli hanno permesso di raggiungere questi risultati?

Il primo è il basso costo dei servizi dati, pensate che 1GB in Internet 4G costa solo 2 dollari al mese, e questa facilità ad accedere a Internet è un propulsore per le attività economiche. L’utilizzo dei dati Internet è aumentato di 25 volte dal 2014 facendo dell’India il mercato a crescita più elevata in termini di app mobili, ed è il secondo paese al mondo per utenti internet.

Un altro fattore dipende dal fatto che le banche indiane fanno ancora credito e questo sostiene i consumi interni.

In questo contesto di economia new age, si contano ben 40.000 startup attive.

A questi due fattori si aggiunge una forza lavoro altamente specializzata, molto giovane e che costa poco, il che porta una grande vantaggio competitivo alle aziende indiane rispetto a quelle del resto del mondo. Pensate che ogni mese entrano nel mercato del lavoro 1 milione di persone!

 

MA NON È FINITA QUI: PARLIAMO DI RIFORME.

Prima di tutto l’India può contare su un governo stabile, e noi italiani sappiamo bene cosa significhi non poter contare su questo!

Nerendra Modi, il Primo Ministro è stato rieletto l’anno scorso con un ampia maggioranza che gli consentirà di portare avanti l’importante piano di riforme utili al paese.

Hanno lavorato su temi come l’inclusione finanziaria, portando l’80% della popolazione ad avere un rapporto bancario; con un particolare programma di identificazione biometrica, hanno divulgato le prestazioni pensionistiche e facilitato le erogazioni previdenziali a chi ne aveva diritto.

L’incremento dei conti bancari ha a sua volta favorito la penetrazione di piani pensionistici e assicurativi.

Altre riforme molto importanti, che hanno permesso al primo ministro di far esprimere tutto il potenziale di crescita indiano c’è la riforma fiscale, che ha fatto aumentare il gettito del 10% in un anno e la promulgazione del del Codice di insolvenza e fallimento (IBC), grazie alla quale le banche, riescono a recuperare i loro prestiti in sofferenza.

 

QUALI PROSPETTIVE PER I PROSSIMI ANNI PER CHI VUOLE INVESTIRE?

Vi do un dato, l’India, il paese dei monaci buddisti, è il terzo paese al mondo per numero di miliardari.

Negli ultimi due anni, il tasso di crescita del PIL indiano ha superato quello cinese. Si prevede che l’economia indiana crescerà del 7,3% – 7,5% nei prossimi anni.

Una popolazione giovane e un comparto di aziende ad elevate caratteristiche tecnologiche sono favorevoli per una forte crescita dell’India.

Anche i bond governativi indiani sono molto interessanti perché il paese ha un bassissimo debito pubblico, quindi è ritenuto un paese molto sicuro.

Inoltre gli indiani sono tanti, quasi 1 persona su 5 nel mondo vive li, e lo sviluppo può contare su un’enorme domanda interna che potrà essere un cuscinetto di salvataggio in caso di “guerre commerciali”.

E non dimentichiamoci che sono i primi produttori al mondo di Film!

Mi raccomando, se volete investire in India fatelo sempre con l’aiuto di un Consulente Finanziario, che vi saprà indicare gli strumenti più adatti e il corretto orizzonte temporale.