
09 Apr Essilor – Luxottica: è tutto oro ciò che luccica?
Luxottica è la realtà imprenditoriale più grande del nostro territorio, la gran parte degli addetti manifatturieri della provincia lavora nei suoi stabilimenti e mi sembra quindi opportuno cercare di capire meglio cosa sta succedendo tra Essilor e Luxottica.
Cominciamo dall’inizio: dal lontano 2012 Essilor si è sempre dimostrata interessata ad un matrimonio con Luxottica, ma il Patron Del Vecchio non ha mai ravvisato la possibilità di chiudere un accordo fino al 2017, quando ha accettato un progetto di avvicinamento in cui nessuna delle due aziende potesse comprare l’altra. L’accordo prevedeva anche un contratto triennale che dà la possibilità alle due aziende di conoscersi e studiare le possibili strade di integrazione.
I problemi però nascono quasi subito perché l’accordo di fatto prevede che ci siano due persone al comando: da una parte la Delfin che rappresenta Del Vecchio e dall’altra Hubert Sagnieres.
A detta di Del Vecchio, il capo di Essilor non ha mai preso in considerazione idee e strategie che non fossero di sua produzione, e questo ha portato ad un punto di rottura proprio nei giorni scorsi.
COSA HA SCATENATO LA CRISI DI FIDUCIA TRA DEL VECCHIO E ESSILOR?
Il patto iniziale prevedeva che tutte le decisioni venissero prese dai due amministratori delegati in accordo fra loro, ma già a gennaio dell’anno scorso Sagnieres ha nominato quattro manager chiave tutti di provenienza Essilor, concedendo a questi manager super premi, contratti a tempo indeterminato e paracadute molto consistenti.
Pare che a Del Vecchio sia giunta notizia di quanto avvenuto solo a inizio marzo 2019, perché né il consiglio di amministrazione, né Del Vecchio ne sono stati informati.
Naturalmente anche da parte Essilor non mancano le accuse nei confronti soprattutto del braccio destro di Del Vecchio, Francesco Milleri, ma ovviamente tutte le accuse vengono rispedite al mittente.
La proposta di Del Vecchio, come dichiara in un’intervista rilasciata il 20 marzo al quotidiano Repubblica, è quella di fare in modo che le due società si specializzino ognuna nel proprio settore storico, lenti per Essilor e montature per Luxottica, in modo da ottenere un’importante risparmio dei costi, sia di produzione che di ricerca. Di fronte a questa strategia però Essilor ha lasciato il tavolo della trattativa.
COME PUÒ ANDARE A FINIRE?
La partita potrà giocarsi, molto probabilmente in assemblea, e questo potrebbe essere a favore della Luxottica visto che Del Vecchio possiede il 32% delle azioni e il 31% dei diritti di voto, mentre i francesi si fermano a poco più del 4%, ma il vero decisore sarà il mercato, che possiede il restante 60% del capitale.
Gli analisti escludono che possa essere messa in discussione la fusione e che la faccenda si risolverà con un compromesso che riscriverà i patti, magari prevedendo l’ingresso dell’uomo di fiducia di Del Vecchio, Milleri, nel ruolo di CEO.
Se non troveranno un accordo e interviene un giudice, egli potrebbe costringere le parti a rispettare i patti e prevedere un risarcimento danni per chi ha subito il torto.
Altra possibilità è che Del Vecchio potrebbe portare in assemblea la revoca dell’attuale consiglio di amministrazione, ma anche in questo caso i voti del “mercato” potrebbero complicare la faccenda.
C’è anche la possibilità che Essilor si rivolga alle autorità di vigilanza francesi denunciando un tentativo di Del Vecchio di riequilibrare gli accordi a suo favore.
Del Vecchio, sempre nell’intervista a Repubblica, appare comunque fiducioso sulla continuità e sulla redditività del progetto di fusione: “le due società, Essilor e Luxottica, vanno bene, continuano a funzionare bene dal punto di vista operativo. C’è un problema di governance, niente di più.(…) Ho investito la mia fortuna, il frutto di 60 anni di lavoro, il mio 62% in Luxottica, in cambio del 32% di EssilorLuxottica. È un investimento a lungo termine e non me ne pento”.