Cos’è Libra, la nuova valuta di Facebook?

È l’ennesima trovata di marketing per risollevare le sorte dello storico social che negli ultimi tempi sta perdendo sempre più followers o è veramente una tecnologia che rivoluzionerà il mondo finanziario?

In realtà per il momento è solamente una campagna pubblicitaria, perché Libra, che sarà utilizzabile solo dal 2020, permetterà di scambiarsi denaro senza passare per il tramite di una banca.

Ovviamente, per questioni concorrenziali, le informazioni tecnico – pratiche specifiche su questa nuova criptovaluta sono ancora top secret, ma abbiamo già alcune anticipazioni molto interessanti.

Partiamo da una nota storico – culturale che è collegata alla scelta del nome, Libra appunto, che deriva dal latino e che significa “bilancia”. La bilancia ricordo infatti, è stato uno dei primi strumenti utilizzati negli scambi commerciali e anche il riferimento alla Dea della Giustizia fa pensare ad uno strumento che non crea disparità.

Non è la prima volta che Facebook prova ad immettere una propria valuta nel sistema collegato ai sui social, già nel 2012 aveva infatti provato ad inserire l’uso dei Facebook Credits.

 

COME FUNZIONERÀ?

Libra permetterà lo scambio di denaro tra gli utenti di Facebook e Instagram e potrà essere utilizzata anche per fare pagamenti sui principali siti di e-commerce.

Non a caso tra le società finanziatrici di questa nuova valuta troviamo Mastercard, Visa, Pay Pal, ma anche Booking e Uber.

Le potenzialità di questa valuta sono interessanti perché potrebbe diffondersi velocemente tra i 1,65 miliardi di utenti di Facebook, solo in Italia parliamo di più di 31 milioni di potenziali clienti. È chiaro quindi come il business potrebbe colpire ulteriormente il mondo delle banche tradizionali, che non hanno la possibilità di confrontarsi su numeri di questo genere.

C’è infatti chi sostiene che, dietro a Zuckerberg e al mondo della Silicon Valley che sta finanziando il progetto, non ci sia nulla di innovativo, quanto piuttosto la volontà di portare a casa i margini e i profitti bancari dello scambio di monete. Per gli utenti significherebbe eliminare le file agli sportelli e un sacco di documenti cartacei per aprire conti e fare transazioni.

Di contro sappiamo che la sicurezza dei datiche viaggiano nello spazio dei social ha ancoraproblematiche irrisolte che  mettono in pericolo la privacy degli utenti.

 

LIBRA NON È UNA CRIPTOVALUTA.

Le caratteristiche di Libra la distinguono nettamente dal mondo delle criptovalute, anche se la notizia della sua partenza ha dato vigore anche al valore del Bitcoin.

Prima differenza fondamentale l’emissione e la circolazione di criptovaluta è totalmente libera e non è sotto il controllo di alcuna autorità o ente o società di alcun genere.

Le multinazionali che stanno dietro al progetto di Libra avranno invece sempre un ruolo in ogni suo transazione e non potrà essere utilizzata al di fuori di Facebook e di alcuni siti di e-commerce.

Il valore di Libra non potrà subire grandi variazioni come invece accade ai Bitcoin, perché altrimenti non sarebbe utilizzabile per acquistare beni e servizi, e di fatto il suo valore verrà quindi agganciato a quello delle principali valute nazionali.

In qualsiasi momento la società che la gestisce potrà vendere i dati di pagamento di tutti gli utenti, come tra l’altro fa già con i dati personali.

Quindi prepariamoci ad una rivoluzione delle abitudini di ognuno di noi. A fronte di maggiore facilità nello scambio e nei pagamenti dovremmo essere disposti a lasciare sul piatto un pezzetto di privacy.