
28 Mag Chi si farebbe visitare da un androide?
Questo titolo l’ho copiato da un articolo che appare nel numero di Aprile del notiziario distribuito dall’Istituto Europeo di Oncologia, istituto di cura e ricerca fondato 25 anni fa da Umberto Veronesi a Milano. Ma perché vi parlo di questo? Beh, questo titolo mi ha incuriosito molto, il tema dell’innovazione Hi-tech è un tema molto discusso nel mondo della finanza, e quindi ho voluto vedere qual è il punto di vista di chi la ricerca la fa tutti i giorni, di chi rischia di essere sostituito da un robot e mi ha dato una lettura molto bella e anche rasserenante nei confronti della paura che aleggia attorno ad un futuro sempre più gestito da strumenti ed intelligenza extra- umane.
Cosa ci racconta? Ci racconta che grazie alla tecnologia abbiamo strumenti diagnostici sempre meno invasivi e più precisi; protesi intelligenti che non sono semplici sostituti di un arto ma che funzionano in base ad impulsi neurali; Intelligenza artificiale che, elaborando una quantità di dati impensabile qualche anno fa, aiutano a rintracciare dati fondamentali per la prevenzione e la diagnosi precoce.
Raccontano che nelle loro sale operatorie le immagini virtuali, come la Tac che viene trasformata in ologramma tridimensionale e sovrapposta all’organo del paziente operato, permette ai chirurghi di visualizzare il campo operatorio ingrandito aumentando la sua precisione.
COSA CI RISERVA LA TECNOLOGIA PER IL FUTURO DELLA NOSTRA SALUTE?
Lo scenario che si delinea di fronte a noi è affascinante oltre che in continua evoluzione, ci sono sperimentazioni continue che ogni giorno ci danno fiducia e ottimismo nei confronti della cura delle malattie. Alcune indagini dicono che entro il 2050 l’uomo conoscerà come debellare qualsiasi malattia.
E queste tecnologie avanzatissime non devono creare paure, anzi, dobbiamo ricordarci che vengono progettate a misura d’uomo e in funzione dell’uomo. Nell’articolo la Responsabile della Divisione di Psicologia Dott.ssa Pravettoni scrive: “Non siamo in balia di oscuri, freddi macchinari, che operano sulle persone come fossero degli oggetti, ma ci avvaliamo di strumenti guidati da uomini, che ci condurranno verso un modo di curarci sempre più personalizzato e “su misura”, in cui al centro resta sempre il rapporto tra medico e paziente, insostituibile caposaldo di ogni cura possibile”.
Anche la terapia genica promette nei prossimi anni di trovare la soluzione a numerose malattie rare che colpiscono circa 40 milioni di cittadini del mondo, e la ricerca non sta andando nella direzione di farmaci che alleviano i sintomi, ma piuttosto di vere e proprie cure una- tantum che curi alla radice la malattia.
Come vi raccontavo nelle prime righe dell’articolo c’è una grandissima attenzione del mondo della finanza proprio nel settore dell’Healh-care e del Biotech, perché sono settori in grado di produrre un grande valore nel prossimo futuro. I gestori di queste soluzioni finanziarie cercano di identificare le tendenze e gli operatori che porteranno a casa i grandi risultati di queste attività di ricerca, cercando di approfittare per primi degli utili derivanti dalla messa sul mercato di tutte queste innovazioni.
INVESTIRE NELL’HEALTH CARE E NEL BIOTECH.
Attraverso alcuni strumenti finanziari quindi,ogni singolo investitore può partecipare a questo importante processo di sviluppo perché ricordiamoci che i mercati azionari non sono altro che uno strumento a disposizione delle aziende per reperire risorse economiche per poter realizzare anche progetti di ricerca e innovazione. Ognuno di noi dovrebbe iniziare a pensare di investire una piccola quota dei propri risparmi in queste aziende, per poter beneficiare delle grandi opportunità di sviluppo economico ma anche per poter partecipare al futuro.
C’è un altro modo, per dare una mano alle fondazioni e associazioni che si occupano di ricerca, che è quello delle donazioni.
In questo caso tra l’altro il nostro ordinamento prevede che, in sede di dichiarazione dei redditi, le liberalità in denaro o in natura erogate in favore di fondazioni e associazioni riconosciute aventi per scopo statutario lo svolgimento o la promozione di attività di ricerca scientifica, siano deducibili nel limite del 10% del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000 euro annui (più specificatamente, l’erogazione liberale è deducibile fino al minore dei due limiti).
Chiudo con le informazioni necessarie per chi volesse fare una donazione allo IEO: potete fare un bonifico intestato a Fondazione IEO-CCM IBAN IT38 R 05696 01600 000018569X75 o versare ONLINE con carta di credito o Paypal sul sito www.fondazioneieoccm.it indicando come causale ricerca oncologica.