
29 Gen Cos’è e a cosa serve la BCE?
Troppo spesso in Tv, sui giornali o dal nostro consulente sentiamo parlare di istituzioni e cariche istituzionali che sono molto importanti per il mondo economico e che conseguentemente influenzano la nostra sfera economica e patrimoniale. Non sempre però ci viene spiegato qual è il reale ed esatto ruolo di queste istituzioni e conosciamo poco anche la storia delle persone che le guidano.
Questa settimana introduco quindi questo nuovo tema nei miei articoli, in modo da rendervi sempre più consapevoli di ciò che vi viene raccontato dai media.
Ho deciso di cominciare da un’istituzione molto nominata negli ultimi anni: la BCE, la banca centrale europea.
Fino alla fine del ventesimo secolo ogni Nazione aveva la propria banca centrale, che si occupava di gestire la politica monetaria di ogni singolo Paese. Con la nascita dell’Uem (Unione monetaria europea) e quindi con la diffusione di un’unica moneta in 12 stati europei, che rappresentano due terzi della popolazione europea, è nata la necessità di costituire una nuova organizzazione monetaria sovranazionale.
QUANDO È NATA LA BCE?
Ma facciamo un passo indietro nella storia dell’ultimo secolo. Il primo passo è stato fatto sicuramente con i Trattati di Roma che nel 1958 istituiscono la CEE (Comunità Economica Europea) con l’obiettivo di evitare conflitti bellici all’interno dell’Europa partendo dalla condivisione di regole comuni nell’ambito dello scambio di merci attraverso l’unione doganale e un mercato agricolo comune.
Ma la prima volta che si è parlato dell’idea di costituire una moneta unica risale al 1962 anno in cui alla Commissione Europea venne presentato il Documento Marjolin che aprì la discussione sulla necessità di avere una moneta unica e che adottò le prime misure di cooperazione monetaria.
Nel 1989 nasce l’Unione Monetaria Europea, prevedendo tre diverse fasi di integrazione con l’obiettivo di diffondere l’Euro entro la fine del secolo. La seconda di queste fasi si conclude proprio con l’istituzione della Bce nel giugno del 1998. Nell’ottobre dello stesso anno la nuova istituzione annuncia la strategia che seguirà per gestire la politica monetaria comunitaria.
Ha inizio così la terza fase dell’Uem che ha comportato l’adozione dell’euro quale moneta unica nei paesi aderenti e la fissazione dei tassi di cambio delle vecchie valute nazionali.
Nella fase iniziale i Paesi aderenti erano 10: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna. Successivamente nel 2001 ha aderito la Grecia e poi dal 2007 fino agli ultimi ingressi nel 2015 hanno aderito anche Slovenia, Cipro, Malta, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania.
QUAL È IL COMPITO DELLA BCE?
L’obiettivo principale della BCE è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Stesso obiettivo che avevano le Banche Centrali Nazionali prima della sua costituzione. Questo è ritenuto ormai da oltre un secolo il maggior contributo positivo che la politica monetaria può offrire al miglioramento delle prospettive economiche e all’innalzamento del tenore di vita dei cittadini.
Cosa vuol dire “stabilità dei prezzi” e quali sono i vantaggi? Stabilità dei prezzi significa evitare lunghi periodi di inflazione quanto di deflazione.
I vantaggi sono molteplici
1) Aiuta famiglie e aziende a scegliere più facilmente cosa acquistare e in cosa investire dirigendo le scelte verso gli impieghi più produttivi;
2) Se gli investitori hanno sicurezza sulla stabilità dei prezzi non richiederanno un “premio/rendimento aggiuntivo” per proteggersi dal rischio di inflazione: i tassi di interesse per chi contrae prestiti rimangono più bassi diminuendo i costi degli investimenti e spingendo quindi l’economia;
3) La stabilità dei prezzi spinge chi possiede denaro a investirlo in attività produttive, che quindi spingono al miglioramento economico, mentre quando l’inflazione è alta gli investitori sono portati a impiegare i loro denari in attività non produttive che però proteggono dall’inflazione (ad esempio negli immobili; non a caso negli anni 90 in Italia con l’inflazione al 20% tantissimi hanno acquistato case e terreni mentre ai giorni nostri, con l’inflazione vicino allo zero gli investimenti immobiliari non sono più appetibili);
4) Come hanno dimostrato diversi episodi nel ventesimo secolo, fasi di inflazione o deflazione tendono a generare instabilità sociale e politica, quindi la prevenzione di questi episodi contribuisce a salvaguardare la pace sociale e la coesione.